mercoledì 22 dicembre 2010

Spesso le idee si accendono l'una con l'altra, come scintille elettriche. Friedrich Engels

Non sappiamo bene che nome abbia questo materiale. 
Sappiamo solo che l' hanno buttato e a noi, ne è arrivato a rotoli e rotoli e rotoli. 
L' abbiamo srotolato, toccato, modellato, graffiato, tagliato, ricreato.  
Gli abbiamo dato un nome:  luminoplastico.  
(Lumino di nome e Plastico di cognome, ovvio)
L' effetto finale ci piace assai, come dire... è quasi ELETTROMAGICO.




lunedì 13 dicembre 2010

domenica 5 dicembre 2010

La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione. (Magritte)



COME TI RECUPERO UN DISCO ROTTO

Chi di voi non è impallidito e ha iniziato a sudare freddo, di fronte al proprio disco preferito che di punto in bianco emetteva questo grido graffiante?


" Caldo. Fisico. Il microsolco analogico restituisce un colore ed una qualità acustica che, in oltre un secolo di innovazioni, paiono ancora ineguagliati. E quando anche, per inevitabile destino, il nostro amato vinile viene escluso a suon di salti e stridenti graffi da quell'accorto, rituale abbraccio tra puntina e giradischi, e reso muto, esso resta comunque ed indiscutibilmente un oggetto estetico dal minimale quanto ammaliante fascino. Come recuperare allora quel nostro logoro LP che tanto ci ha tenuto compagnia? " Alcune idee, qui.

Le nostre proposte: LO SVUOTATASCHE

sabato 4 dicembre 2010

STORIA DI UN ELASTICO DELLE MUTANDE

C'è da dire che slip, tanga, perizoma, culotte e brasiliana... hanno un fil rouge: un elastico.

Negli anni '80 le bimbe hanno passato pomeriggi interi a giocare a questo
CE L' HAI UN ELASTICO?

Noi, ci giochiamo ancora con l' elastico. Giochiamo a trasformarlo in lampade che creano  atmosfere intime, come la biancheria.

I MATERIALI POVERI PRENDONO NUOVE FORME E ARRICCHISCONO GLI AMBIENTI

FASI DI COSTRUZIONE DI UNA LAMPADA CON MATERIALI POVERI
RISULTATO FINALE


Storia di una corda di tapparella.

C' era una volta una vecchia corda per tapparelle che a furia di andare su e giù, un giorno si lasciò andare e morì.

Sarebbe potuta finire in un bidone della monnezza... e invece no: si è 'reincarnata' in una lampada.

E luce fu. Questioni di karma-creativo.

Storia di un tubo che non aspirava più un tubo.

C' era una volta un' aspirapolvere abituata a tenersi tutto dentro. Con la sua proboscide, respirava le briciole di spazzatura degli altri... del resto era nata proprio per fare questo. Un giorno, iniziò a tossire. Cof, cof, cof, non riusciva a buttare giù più nulla. 
La sua padrona non ci mise molto tempo a sbarazzarsene e a sostituirla con una più giovane.
La trovammo buttata lì, non respirava più. Provammo a rianimarla e ad ascoltare le sue briciole di storia, scoprimmo così che il tubo di aspirapolvere, aveva sempre sognato di trasformarsi in un fiore che soffia fasci di luce.