C'era una volta un mobiletto solo soletto, triste e abbandonato a se stesso.
Un giorno arrivarono "quelli dell' Improntart" e decisero di trasformarlo in un mobile-albero, rifugio di piccoli gufetti. Ecco.
Narra
la leggenda popolare che Dio creò il mondo con tutti gli animali, ma
che poi, riguardando il gufo, un po’ si pentì di averlo fatto così
strano, con occhi così grandi, abitudini bizzarre e notturne. Allora,
gli volle fare un grande dono: sarebbe diventato l’animale della buona
sorte, quello che avrebbe sempre portato con se i buoni auspici per
migliorare la vita di coloro che se lo sarebbero tenuto vicino, senza
averne paura. Così si racconta anche in una antica filastrocca popolare
di montagna:
“Gufo,
gufo della notte scura, che porti via fame e paura.. veglia su tutte le
nostre genti, vecchi, bimbi e sugli armenti. Col tuo canto, che può far
paura, proteggi gli amici con madre natura… Fate, gnomi fastidiosi
folletti, non potranno più farci dispetti.”
"I gufi non sono quello che sembrano" (Twin Peaks)